Africa Madre dell'Arte Moderna FLIC

Africa: Madre dell’Arte Moderna

a cura de “Il Convivio del Pensiero Critico”

LE COLLEZIONI E GLI ARTISTI IN MOSTRA

1) LA COLLEZIONE DEI CONIUGI BRUNO ORLANDI E FIORENZA COSTANTINI, nasce dall’incontro appassionato con l’Africa, dalla scoperta della sua cultura e del suo mondo simbolico. La collezione è frutto di viaggi e di incontri con studiosi africani che li hanno accompagnati nella conoscenza e nella scoperta delle opere.

Bruno Orlandi, nato ad Ortona (CH), ha parallelamente fin da giovane compiuto studi tecnici e in campo artistico a Brera, maturando esperienze professionali in grandi aziende in Australia, Parigi, Milano. Imprenditore dagli anni ’90, ha sviluppato progetti industriali che lo hanno portato ad avere rapporti commerciali con l’area centro occidentale Africana. Studioso di arte moderna del ‘900, di antiquariato ed infine negli ultimi 25 anni di arte tradizionale africana, promuove in Italia la conoscenza della cultura e dell’arte africana, attraverso mostre e docenze presso varie associazioni culturali. Solidarizza con i movimenti afro-europei tendenti a restituire le opere sottratte all’Africa durante il periodo coloniale-

Fiorenza Costantini, nata a Treviso nel 1952, cresciuta in un ambito familiare sensibile all’arte, psicologa e psicoterapeuta, ha svolto attività clinica e di coordinamento dei servizi socio sanitari rivolti alla coppia ed alla famiglia nell’area Nord Milano. A seguito del flusso migratorio degli extracomunitari, dalla fine degli anni ’80 ha promosso nei servizi consultoriali lo sviluppo della dimensione transculturale che tiene conto dei miti, rituali e modelli sociali del paese di provenienza nell’approccio di cura della persona. Collabora con il coniuge nella valorizzazione culturale della collezione.

2) I GIOIELLI DI FABRIZIO TRIDENTI
Diplomato in arte, con specializzazione sul gioiello, Fabrizio Tridenti attraverso approfondite ricerche sulle lavorazioni arcaiche dei metalli e sulle tecniche primitive, ha iniziato ad avvicinarsi all’arte africana. In essa si fondevano e alimentavano tutte le sue vene creative e le sue passioni: scultura, art brut, arte antica, archeologia sperimentale e arte contemporanea.
Osservando questi manufatti Tridenti fu colpito dalla grande energia e creatività che essi promanavano, la grande dignità, il portamento ieratico, la genialità, la purezza e le grandi variazioni di stili. Componendo la sua collezione è cresciuto artisticamente e personalmente assieme ad essa. L’artista si augura di condividere con il visitatore le stesse emozioni che ha provato di profonda bellezza e spiritualità che l’arte africana trasmette.

3) IL “MAL D’AFRICA” DI GIUSEPPE VALENTINI
A Giuseppe Valentini l’Africa capitò per sbaglio nella sua vita, non cercata, non voluta, non desiderata, ma con una dirompenza tale da rimettere in discussione quella sorta di arroganza culturale tipica degli europei in un mercato immenso fatto di lamiere arrugginite e dignitosa povertà, nel Sudafrica settentrionale lungo una polverosa strada che portava verso lo Zimbabwe. È solo dopo qualche mese che Valentini si rese conto di cosa gli fosse successo, di cosa fosse il “mal d’Africa ” e di cosa fosse quella specie di sindrome di Stendhal che gli fece buttare alle ortiche anni di arte moderna, per tornare all’origine delle cose, alla primitiva essenza da cui tutto discende.

4) LA COLLEZIONE DI ALESSANDRO MUCCIANTE
Nato a Pescara, archeologo libero professionista che opera prevalentemente in Italia e soprattutto in Abruzzo, ha da sempre avuto interesse per la cultura materiale, i processi fisici, e più in generale per gli usi e i costumi, sia delle culture tradizionali nostrane che di quelle esotiche. Già co-organizzatore della mostra “La nostra Africa: arte e seduzione dal continente nero” (Castello Ducale di Crecchio-CH, 2004), nel corso di oltre venticinque anni, attraverso acquisizioni di pezzi da precedenti collezioni private dismesse, è giunto alla piccola raccolta di opere qui in mostra che, nell’ottica della minaccia da parte dei processi di globalizzazione del pianeta, ci parlano della diversità economica e culturale di società tradizionali superstiti.

5) LE ETNO FOTOGRAFIE DI MAURO DE BETTIO
Mauro De Bettio è un affermato fotografo che gira il mondo tutto l’anno, senza troppe pretese, illuminando situazioni difficili per portare bellezza. La prospettiva intima di De Bettio vede l’essenza di un individuo e la fa emergere attraverso ogni fotografia. Ogni suo singolo lavoro rivela la forza e la resilienza dell’umanità nel suo insieme.
“Anche se difficile da esprimere, credo che la fotografia rappresenti il mio modo di comunicare – sottolinea De Bettio – cerco di catturare il senso di cioò che respiro e tocco, non so-lo nell’aspetto, ma anche e soprattutto nell’essenza, mirando a racchiudere le sfumature ed i dettagli in un unico fotogramma. La fotografia è parte della mia personalitaà e il mio lavoro esprime pienamente la mia storia e la mia anima”. Mauro incoraggia costante-mente le persone ad esplorare il mondo attraverso la fotografia. Nel 2021 Mauro ha da-to vita a Malaika, una fondazione nata per aiutare a nutrire i bambini senzatetto di Nairobi, in Kenya. Per maggiori info visitate la pagina www.malaika-foundation.com

6) DOMENICO DI GENNI
È un pittore figurativo che predilige la pittura ad olio e soggetti che narrano e rappresenta-no luoghi e genti esotiche, lontane. Paesaggi, volti, animali diventano un alfabeto dalle forme e dai colori selvaggi e violenti. Dopo numerosi viaggi in Nord America, Sud America ed oriente, inizia una serie di lunghi soggiorni in Africa subsahariana, tra Etiopia, Kenya e Tanzania.
Nel 2008 si stabilisce in Kenya dove inizia una profonda ricerca sulle etnie e sulla cultura triba-le. Apre a Malindi una casa studio dove lavora e realizza numerosi progetti di sostegno e didat-tica con numerose Ong ed onlus che operano in Africa, Marafiki, Gede Primary School, Amref, Cisp, ed altri.

Informazioni