24 agosto 2017, ore 21.30 a seguire confronto / dibattito con l’Arcigay di Chieti

DATI TECNICI
Regia: Peter Marcias
Anno di produzione: 2017
Genere: Documentario
Durata: 121 min
Paese: Italia
Produzione: Cinecittà Luce

Trama

Cagliari. Il documentario segue in parallelo i riti e le attività dei frati cappuccini del convento di S.Ignazio e dell’associazione ARC che difende e promuove i diritti della comunità L.G.B.T.Q.. Mentre i frati seguono la scansione delle settimane della Quaresima, l’ARC prepara una fiaccolata per la Queeresima un’iniziativa che prevede anche incontri, conferenze e dibattiti legati ai temi che caratterizzano l’impegno dell’associazione.

Peter Marcias, mentre girava La nostra quarantena, ha avuto notizia delle attività dell’ARC nonché dell’opera dei frati che, come lui stesso dichiara, “attraverso la preghiera e l’aiuto concreto, sostengono ogni giorno famiglie intere e persone che hanno perso la fiducia in loro stessi e nel prossimo” e ha voluto offrire un’opportunità di farsi conoscere ad entrambe le testimonianze.

In un’epoca storica in cui papa Bergoglio continua incessantemente a stimolare la comunità dei fedeli ad andare incontro a tutti e a far cadere i muri si tratta di una iniziativa indubbiamente interessante. Dell’ARC si seguono le riunioni, finalizzate a organizzare la manifestazione, dalle quali emergono dinamiche di integrazione e confronto tra temi che, da sole, possono polverizzare i pregiudizi omofobi che vedono queste comunità come chiuse in se stesse e incapaci di guardare al di fuori dei propri ambiti. Dei frati emerge in misura maggiore la ritualità (in cui prevale la lingua latina che la Chiesa postconciliare ha collocato ai margini anche se non ne ha impedito l’utilizzo) accompagnata da una quotidianità in cui solo a tratti si intuisce (anche se viene enunciata verbalmente) l’attenzione a chi è in difficoltà. Per chi sia all’oscuro dei movimenti interni a una Chiesa finiscono quasi con l’avere più peso i pochi secondi dedicati alle conservatrici Sentinelle in Piedi, chiuse nel loro ideologico silenzio. Questo non impedisce però di dare atto a Marcias di avere seguito con rispetto e attenzione due mondi solo apparentemente distanti.


BIOGRAFIA

Peter Marcias nasce ad Oristano il 5 Dicembre 1977 studia sceneggiatura a Roma e a Bologna, diplomandosi in regia cinematografica alla Scuola Superiore di Cinema di Barbarano Romano (Viterbo). Realizza numerosi spot, documentari e cortometraggi presentati nei festival nazionali ed internazionali tra cui Olivia (2003), Il canto delle cicale (2004) e Antonio Romagnino (2005) ritratto del grande scrittore cagliaritano. Nel 2008 realizza il suo primo lungometraggio a soggetto, firmando lo sperimentale, ambizioso e interessante Un attimo sospesi (2008) con Paolo Bonacelli, Ana Caterina Morariu e Fiorenza Tessari, che racconta l’incrocio fra le vite di cinque persone fobiche, bizzarre, sociali e distratte. Contento di questa esperienza firma, nel 2011, I bambini della sua vita con Piera Degli Esposti, il suo secondo film. Nel 2012 esce invece Dimmi che destino avrò, che affronta il difficile tema dell’integrazione tra culture diverse. Peter Marcias nei suoi lavori racconta “quel mistero che è il mondo e i rapporti umani, fra inni religiosi e ballate omosessuali, i bambini come rappresentazione di un amore infinito e tragici squarci di vita cittadina, lontana dalla ruralità. Parte della sua bravura sta sicuramente nell’andare fino in fondo all’anima, in quella profondità impossibile, capace di raggiungere le tenebre dei sentimenti che sono alla base di chiunque, sardo e non. Lì, evoca il calore di una (com)passione sovrumana e si innalza, giudicando, giudicandoci e giudicandosi.”