in mostra dal 10 al 25 agosto 2019
Per Passaggi ho sviluppato la mie sculture partendo dall’idea della porta, come confine e come varco. Un’apertura ad un altra dimensione, reale o immaginaria, un invito alla meditazione sulla dimensione del sacro, uno sguardo al di là del visibile.
In particolare ritengo che, soprattutto nell’arte, l’unica vera libertà sia quella di poter pensare e vedere oltre i canoni, i limiti visivi o quelli mentali. Attraverso la libertà mentale possiamo creare, stravolgere la realtà, riconoscerci in un disegno ben più grande di quello che da sempre siamo in grado di percepire.
La mia ipotesi di libertà nettamente sviluppata in una geometria stravolgente di piani, sfaccettature, tagli, si pone come l’insieme delle contraddizioni, illusioni, o ambiguità di quello che da sempre l’uomo porta come ideale di vita. Vivere liberamente è anzitutto riconoscere il limite ed accettarlo, farlo nostro per poterlo mettere da parte, oppure superarlo.
Così i rilievi sono dei fogli di pietra che si pongono come limite alle possibilità, alle esistenze, uno sfondo che è come il cosmo, una materia che è un mistero in cui si aprono delle aperture.
Le sculture parlano di dimensioni più articolate, ma sempre un gioco di aperture e di scelte, di possibilità, ipotesi, passaggi tra cui scegliere.
Nel mio lavoro coesistono vari significati simbolici, come quello della vita collettiva e individuale, oppure un invito all’evasione, una spericolata ricerca, un volo, una porta aperta all’infinito. un passaggio aperto verso l’ignoto, qualcosa che porta a prendere coscienza di se stesso toccando con mano il mare sconfinato che galleggia oltre la vita, qualcosa che è inafferrabile.
Ho voluto inoltre, che ognuno avesse per il mio lavoro una chiave di lettura personale lasciando così che esso sia una finestra per guardare liberamente altrove, una tacita riflessione o un segno spirituale.
Biografia
Valentino Giampaoli, nato a Loreto (AN) nel 1969, si è diplomato all’Istituto d’Arte di Ancona nella sezione Arte dei metalli e dell’oreficeria. Nel 1993 consegue il diploma in Scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Macerata.
Nel 1988 espone per la prima volta, mentre era ancora studente in una mostra personale presso l’Istituto d’Arte di Ancona, iniziando così la sua carriera artistica. Nel 1999 vince il Concorso Nazionale per un monumento alle vittime della Resistenza di Ponticelli, Napoli. Il monumento è stato inaugurato nel 2005.
Ha ottenuto varie committenze private e pubbliche per l’esecuzione di figure modellate, ritratti e sculture monumentali. Ha partecipato a numerosi simposi, mostre e concorsi ottenendo vari successi. Ha realizzato lavori in vari materiali, terracotta, acciaio, metalli preziosi, legno, bronzo, gesso e prevalentemente in pietra e marmo.
Attualmente è docente titolare di discipline plastiche e scultoree nel Liceo Artistico di Ancona.
Il mio lavoro è una ricerca estetica in cui geometria e prospettiva prendono forma attraverso un contrasto di elementi che creano una forma dinamica, in cui la luce prende il sopravvento. Mi piace intendere la mia arte come ricerca, input e solo in ultimo come proposta visiva. Attraverso il simbolismo o gli archetipi lavoro la forma affinché essa possa diventare strumento di astrazione, spunto di riflessione in un immediato incontro tra il soggetto – oggetto e la sua parte più recondita.
Tramite l’osservazione è possibile plasmare la realtà e darle il senso di un “gioco” in cui ognuno di noi può riscoprire la sua sensibilità infantile. La condizione culturale in cui viviamo ha smarrito l’identità divenendo schiava del tempo, dell’attualità e dell’effimero. L’unica alternativa per ristabilire equilibrio e senso a questa dimensione è l’immaginazione, ipotizzare evasioni attraverso lo spazio e la forma.
“Estetista dell’essenziale, gioca con le sue forme attraverso la sobrietà della struttura e l’astrazione dell’archetipo”.
Elizabeth Castelletti
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