di e con Gaia Tinarelli
Ci si prepara una vita intera al cambiamento e al raggiungimento dei propri obiettivi, si investono anni, soldi, energie e speranze in una continua progettualità e aspettativa di miglioramento. “Filo di Nylon” parla di aspettativa e crescita, parla del mutare e trasformarsi dell’io, in fase potenziale e preparatoria.
È espressione di pienezza, vulnerabilità, eccitazione e sospensione; è descrizione di un’attesa attiva, vogliosa e affamata di realizzazione.
“Filo di Nylon” nasce da un’esigenza personale di esternare uno stato d’animo che è stato protagonista costante durante gli ultimi anni dell’autrice. Si vuole proporre un dialogo interiore, ironico e grottesco, personale ma allo stesso tempo condivisibile da altri.
Il filo di nylon è un oggetto elastico di sospensione, simbolo di un forte, seppur sottile e quasi invisibile, limite e impedimento momentaneo, fisico o mentale, alla realizzazione concreta dell’io come soggetto attivo nel suo percorso di vita, al raggiungimento della piena soddisfazione personale dell’Essere visionario e sognatore di un futuro fatto di conquiste e successo; successo non inteso come gloria o fama, ma come realizzazione di un’antica e faticosa progettualità.
L’interprete vive questo processo attraverso una graduale esposizione e rivelazione di sé, passando da una compostezza artificiosa e stratificata fino ad arrivare a scoprire e mostrare la propria essenza semplice e naturale.